È giunta l'ora finalmente di divenire pixels e fondersi con il grande mare dei piccoli quadratini, catodici e non, che ci bombardano tutti i giorni. Buona visione!
That's all FOLKS!!!
giovedì 29 aprile 2010
mercoledì 28 aprile 2010
Bisogna attendere...
Tocca aver pazienza purtroppo... a volte pure troppa direi... Buona lettura!
That's all FOLKS!!!
Attese interminabili sulla sponda del fiume senza passaggio di cadavere
Capita di dover attendere.
Capita...
anche quando non si è
immobilisti.
Anche quando di scelte se ne fanno
e non ci si può certo definire ignavi.
In attesa spesso di un qualcosa
che inevitabilmente non arriva.
Non vedo passare nessun sacco
contenente cadaveri di nemici
vecchi o nuovi.
Sento il lento scorrere del fiume
senza tonfi in acqua di corpi
ormai da tempo abbattuti.
Lo specchio d'acqua scorre compatto,
lento, senza neanche un turbinio
dovuto a rocce devianti,
ad ostacoli costringenti
a stupidi mulinelli castranti.
Non riflette neanche più
la mia figura familiare di un tempo.
Quella figura che come al solito agli altri non piaceva
ma che mi soddisfaceva in pieno.
Adesso attendo, ignorando totalmente quello che
tanto agognatamente aspetto da anni.
Non sapendo neanche ritirarmi da questa attesa.
L'alzarmi dalla riva e vagare.
Forse... non fa per me la riflessione.
L'altissimo pensare sulle cose che rendono
grande questa "mitica" e "misteriosa" vita.
Mi ritroverò ad attendere
perchè ormai questa è condizione
a me assai gradita.
Che mi si conface decisamente.
Che si sposa a me tipo simbionte
di aliene origini che s'impossessa di me.
Domina con le sue pulsioni irrefrenabili
le mie.
Domina: signora d'altri tempi che non mi lasci.
L'attesa ormai svanita nel vedere realizzato
il mio sogno in te.
Ne aspetterò un altro
forse meno bello
ma spero decisamente più felice
e votato a quel successo
di cui ci si carica totalmente
quando come fessi si lotta e si aspetta
per vederlo realizzarsi.
That's all FOLKS!!!
Attese interminabili sulla sponda del fiume senza passaggio di cadavere
Capita di dover attendere.
Capita...
anche quando non si è
immobilisti.
Anche quando di scelte se ne fanno
e non ci si può certo definire ignavi.
In attesa spesso di un qualcosa
che inevitabilmente non arriva.
Non vedo passare nessun sacco
contenente cadaveri di nemici
vecchi o nuovi.
Sento il lento scorrere del fiume
senza tonfi in acqua di corpi
ormai da tempo abbattuti.
Lo specchio d'acqua scorre compatto,
lento, senza neanche un turbinio
dovuto a rocce devianti,
ad ostacoli costringenti
a stupidi mulinelli castranti.
Non riflette neanche più
la mia figura familiare di un tempo.
Quella figura che come al solito agli altri non piaceva
ma che mi soddisfaceva in pieno.
Adesso attendo, ignorando totalmente quello che
tanto agognatamente aspetto da anni.
Non sapendo neanche ritirarmi da questa attesa.
L'alzarmi dalla riva e vagare.
Forse... non fa per me la riflessione.
L'altissimo pensare sulle cose che rendono
grande questa "mitica" e "misteriosa" vita.
Mi ritroverò ad attendere
perchè ormai questa è condizione
a me assai gradita.
Che mi si conface decisamente.
Che si sposa a me tipo simbionte
di aliene origini che s'impossessa di me.
Domina con le sue pulsioni irrefrenabili
le mie.
Domina: signora d'altri tempi che non mi lasci.
L'attesa ormai svanita nel vedere realizzato
il mio sogno in te.
Ne aspetterò un altro
forse meno bello
ma spero decisamente più felice
e votato a quel successo
di cui ci si carica totalmente
quando come fessi si lotta e si aspetta
per vederlo realizzarsi.
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martedì 27 aprile 2010
Ce ne sarebbe proprio bisogno...
La cotanta ed agognata libertà! Ce ne sarebbe proprio bisogno... visto che ultimamente, almeno a mio parere, manca e di brutto. Buona lettura!
That's all FOLKS!!!
La libertà avanza
Scrivo le mie rime al curaro.
Sento l'orologio battere ore inesistenti.
L'occasione fa capolino
cogliendomi alle spalle,
precludendomi nuove ed insperate possibilità.
La porta sbatte, si chiude dentro me:
vento glaciale fredda in un sol colpo i miei amici,
tiene a bada i miei conoscenti.
Si odono schiamazzi misurati, pacati, leggiadri,
intrisi di leggenda e misticismo.
Tremano i nemici
di fronte alla mia intransigenza!
S'attenua la speranza:
distrutta dai "miei" ragionamenti
farfuglianti ma altamente convincenti.
Gong immaginari donano a me lo scandire
di un tempo di cui ho scordato il battito,
di cui ho dimenticato l'importanza,
di cui ho testato in prima persona
l'estrema velocità impietosa dei suoi gesti.
Scorri mio tempo e non arginarti mai!
Che sia escluso un ritornare sui tuoi passi!
Nessun revival di ciò che è stato!
Non voglio rivedermi piangente sulle rive
di quel fiume, valico difficilmente superabile
del mio inferno personale,
in cui decido cosa infliggermi,
le accuse di cui voglio farmi carico.
Non attuo alcuna difesa:
un accettazione palese di ciò che ho compiuto
mi basta.
Il rintocco smette e poi riprende:
interruzioni salvifiche pari a tregue
di rifocillamento,
simili ad aria soave che risuona nel mio cuore
note lievi e gravi
al formare una maestosa e tonante
marcia di libertà!
That's all FOLKS!!!
La libertà avanza
Scrivo le mie rime al curaro.
Sento l'orologio battere ore inesistenti.
L'occasione fa capolino
cogliendomi alle spalle,
precludendomi nuove ed insperate possibilità.
La porta sbatte, si chiude dentro me:
vento glaciale fredda in un sol colpo i miei amici,
tiene a bada i miei conoscenti.
Si odono schiamazzi misurati, pacati, leggiadri,
intrisi di leggenda e misticismo.
Tremano i nemici
di fronte alla mia intransigenza!
S'attenua la speranza:
distrutta dai "miei" ragionamenti
farfuglianti ma altamente convincenti.
Gong immaginari donano a me lo scandire
di un tempo di cui ho scordato il battito,
di cui ho dimenticato l'importanza,
di cui ho testato in prima persona
l'estrema velocità impietosa dei suoi gesti.
Scorri mio tempo e non arginarti mai!
Che sia escluso un ritornare sui tuoi passi!
Nessun revival di ciò che è stato!
Non voglio rivedermi piangente sulle rive
di quel fiume, valico difficilmente superabile
del mio inferno personale,
in cui decido cosa infliggermi,
le accuse di cui voglio farmi carico.
Non attuo alcuna difesa:
un accettazione palese di ciò che ho compiuto
mi basta.
Il rintocco smette e poi riprende:
interruzioni salvifiche pari a tregue
di rifocillamento,
simili ad aria soave che risuona nel mio cuore
note lievi e gravi
al formare una maestosa e tonante
marcia di libertà!
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lunedì 26 aprile 2010
Spilli nel mio corpo...
come in un rito voodoo!
Oggi mi do alla santeria (come tanto tempo fa) e chissenefrega! Buona lettura.
That's all FOLKS!!!
Riti Voodoo
Dal capanno degli uomini senza testa
voglio donarti il mio vibrare.
Un vibrare in direzioni negative
quasi un balenare di impulsi freddi e gelidi
che si stagliano sulle alture del mio essere.
Alture difficili da scalare.
Ampie come lo sguardo all'orizzonte di chi sogna.
Sogna e guarda lontano.
Osserva un essere che si trasforma in divenire.
Sto sulle rive di un mare torbido e filamentoso.
Incrostato dalla mucillagine che tutto invade.
Ostruisce lo sfogo dei liberi pensieri dei visionari.
Pensieri vaghi su un da farsi molto più vago.
Un vagare per lande desolate in compagnia del tuo cuore.
E la mia infelicità è solo un qualche cosa di avvolgente.
Che non mi lascia.
Che mi trascina a se con forza inaudita
verso periodi di calma disperatamente piatta.
Oggi mi do alla santeria (come tanto tempo fa) e chissenefrega! Buona lettura.
That's all FOLKS!!!
Riti Voodoo
Dal capanno degli uomini senza testa
voglio donarti il mio vibrare.
Un vibrare in direzioni negative
quasi un balenare di impulsi freddi e gelidi
che si stagliano sulle alture del mio essere.
Alture difficili da scalare.
Ampie come lo sguardo all'orizzonte di chi sogna.
Sogna e guarda lontano.
Osserva un essere che si trasforma in divenire.
Sto sulle rive di un mare torbido e filamentoso.
Incrostato dalla mucillagine che tutto invade.
Ostruisce lo sfogo dei liberi pensieri dei visionari.
Pensieri vaghi su un da farsi molto più vago.
Un vagare per lande desolate in compagnia del tuo cuore.
E la mia infelicità è solo un qualche cosa di avvolgente.
Che non mi lascia.
Che mi trascina a se con forza inaudita
verso periodi di calma disperatamente piatta.
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giovedì 22 aprile 2010
Storytelling VII
Ultima tappa del seminario di storytelling. Due tavole di tre tipi che salgono su una torre. Buona guardata e buon weekend!
That's all FOLKS!!!
That's all FOLKS!!!
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mercoledì 21 aprile 2010
Bocche senza volto definito?
Alcune volte del volto di alcune persone restano soltanto delle parti.
In questo caso c'è solo la bocca cianciante, sputante sentenze ed idiozie
varie che hanno un nonchè di magico e veritiero. Buona lettura.
That's all FOLKS!!!
Bocche senza volto definito
"periodi" interminabili
senza nessun filo
logico di narrazione.
Estesi paragrafi
di nulla verbale
si estendono davanti
agli occhi dei ciechi
spirituali.
Tutti noi comprendiamo
la nostra lingua perchè
alfabetizzati.
In maniera selvaggia
ma alfabetizzati.
Violentati dal peso delle parole
sentite per la prima volta
in casa.
Ripetute freneticamente
da bocche
"marce"
fatte di vermi
e di argilla addominale.
Quelle parole
pronunciate
da chi
fa propaganda porta a porta
e riporta fatti di cronaca
esprimendo il suo
giudizio palesemente di parte.
Tutte le parole
che ti svegliano la domenica
mattina.
E tutte quelle frasi che
non avresti mai voluto sentire
o pronunziare
che ti rimbombano dentro
cosa valgono?
Valgono forse l'attimo d'attenzione
che potresti loro concedere
o la tua disattenzione
perchè vuote e inutili?
Momenti verbali
fatti di nulla.
Esseri costruiti
solo di frammenti letterali.
Di operatori bit a bit
che compongono le lettere
di cui sono costituiti.
Esseri fatti di nulla
che acclamano
a gran voce
l'arrivo di un singolo
evento.
Solo parole all'aria.
Solo neve fredda
e idiomi spenti
e consumati
dall'ingiustizia.
In questo caso c'è solo la bocca cianciante, sputante sentenze ed idiozie
varie che hanno un nonchè di magico e veritiero. Buona lettura.
That's all FOLKS!!!
Bocche senza volto definito
"periodi" interminabili
senza nessun filo
logico di narrazione.
Estesi paragrafi
di nulla verbale
si estendono davanti
agli occhi dei ciechi
spirituali.
Tutti noi comprendiamo
la nostra lingua perchè
alfabetizzati.
In maniera selvaggia
ma alfabetizzati.
Violentati dal peso delle parole
sentite per la prima volta
in casa.
Ripetute freneticamente
da bocche
"marce"
fatte di vermi
e di argilla addominale.
Quelle parole
pronunciate
da chi
fa propaganda porta a porta
e riporta fatti di cronaca
esprimendo il suo
giudizio palesemente di parte.
Tutte le parole
che ti svegliano la domenica
mattina.
E tutte quelle frasi che
non avresti mai voluto sentire
o pronunziare
che ti rimbombano dentro
cosa valgono?
Valgono forse l'attimo d'attenzione
che potresti loro concedere
o la tua disattenzione
perchè vuote e inutili?
Momenti verbali
fatti di nulla.
Esseri costruiti
solo di frammenti letterali.
Di operatori bit a bit
che compongono le lettere
di cui sono costituiti.
Esseri fatti di nulla
che acclamano
a gran voce
l'arrivo di un singolo
evento.
Solo parole all'aria.
Solo neve fredda
e idiomi spenti
e consumati
dall'ingiustizia.
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Poesia
martedì 20 aprile 2010
Sempre di Aprile si tratta
Aprile dolce dormire! Magari fosse così... qui tocca sempre lavorare purtroppo :P Buona lettura.
That's all FOLKS!!!
Aprile 2007
Stanco mentalmente.
Protrarsi di situazioni
"apatiche", lente ed insopportabili.
La routine di chi ci è
appena entrato.
Ucciso dall'abitudine,
consolidato da un esaurirsi
ormai prossimo.
Solidale con me stesso:
sommerso da impegni che mi stanno stretti,
con l'acqua alla gola di continuo.
Lo confesso:
non ho mai saputo nuotare
ma la cosa non mi ha mai preoccupato
molto.
Mi tengo a galla puntando le dita
su un terreno squallido:
spiccare il volo verso un cielo pulito
ecco la mia attitudine.
Senza presunzione.
Solo una consapevolezza:
provare l'ebbrezza di aria fresca sulla faccia.
Lontano dalla terra malconcia ed inaridita.
Sporco, ormai da troppo tempo
cerco una cascata fredda
per temprare nuovamente il mio spirito.
That's all FOLKS!!!
Aprile 2007
Stanco mentalmente.
Protrarsi di situazioni
"apatiche", lente ed insopportabili.
La routine di chi ci è
appena entrato.
Ucciso dall'abitudine,
consolidato da un esaurirsi
ormai prossimo.
Solidale con me stesso:
sommerso da impegni che mi stanno stretti,
con l'acqua alla gola di continuo.
Lo confesso:
non ho mai saputo nuotare
ma la cosa non mi ha mai preoccupato
molto.
Mi tengo a galla puntando le dita
su un terreno squallido:
spiccare il volo verso un cielo pulito
ecco la mia attitudine.
Senza presunzione.
Solo una consapevolezza:
provare l'ebbrezza di aria fresca sulla faccia.
Lontano dalla terra malconcia ed inaridita.
Sporco, ormai da troppo tempo
cerco una cascata fredda
per temprare nuovamente il mio spirito.
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lunedì 19 aprile 2010
Carmelo Bene
Oggi una poesia di Majakovskij letta da Carmelo Bene. Mi è presa così. Buona visione.
That's all FOLKS!!!
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Mai più.... ed ho detto tutto
È un no categorico pronunciato di lunedì mattina! È un Mai più che scardina i pilastri sopra ai quali poggia il mondo! Buona lettura :)
That's all FOLKS!!!
Mai più
Ripetibili attimi
che non vorrei mai più vivere.
Segregarli dentro prigioni
dove accumulo segreti irrivelabili.
Irrilevanti formule poste
come sigilli al mio cuore
d'annata.
Sostituito da cloni ombra
che agiscono per me
e da me prendono
irrimediabilmente il volo.
Si defilano.
Con la mia vita interagiscono.
Se ne appropriano.
Odiano quello che amo
ed adorano tutto
ciò che più disprezzo e detesto.
Umida cella, segreta
posta in basso.
Scantinati.
Scardinati da realtà
a noi troppo care,
portati in paradisi allucinogeni
allucinanti
da abbacinanti fari
posti di fronte ai nostri occhi
increduli,
annichiliti,
svuotati del dono della vista.
Sostituiti da un cuore che pompa
solo per attendere
alla sua funzione vitale.
Sentimenti messi al rogo
come peccato capitale
indicibile e punibile con la morte atroce
nel mondo del capitale
insensibile,
inceneritore di sogni e
sensazioni positive.
Detrattore di speranza.
Trattore macinante anime,
trebbiatrice falciante
spiriti sognanti
mondi inarrivabili.
Facce, maschere da tragedia greca
diventiamo sempre più ogni
giorno,
un bel codice a barre sul collo.
Un'etichetta pronta per ogni
evenienza ed esigenza.
Creatori di emozioni in plastica
da sostituire alle nostre più
grandi speranze.
Nuotatori in mari vorticosi,
speranzosi di arrivare in un'isola deserta
dove fare il nostro naufragio.
Un perdersi nel mondo della follia
delle emozioni "vere".
Vissute in prima persona.
Devasto venditori di sensazioni di terza mano
vendute per denaro a terzi
che non le apprezzano
e che giocano smerdando
i vani ed enormi
sforzi
delle persone per le quali lottano
ed alle quali inevitabilmente,
con un coraggio indomabile
si aggrappano.
That's all FOLKS!!!
Mai più
Ripetibili attimi
che non vorrei mai più vivere.
Segregarli dentro prigioni
dove accumulo segreti irrivelabili.
Irrilevanti formule poste
come sigilli al mio cuore
d'annata.
Sostituito da cloni ombra
che agiscono per me
e da me prendono
irrimediabilmente il volo.
Si defilano.
Con la mia vita interagiscono.
Se ne appropriano.
Odiano quello che amo
ed adorano tutto
ciò che più disprezzo e detesto.
Umida cella, segreta
posta in basso.
Scantinati.
Scardinati da realtà
a noi troppo care,
portati in paradisi allucinogeni
allucinanti
da abbacinanti fari
posti di fronte ai nostri occhi
increduli,
annichiliti,
svuotati del dono della vista.
Sostituiti da un cuore che pompa
solo per attendere
alla sua funzione vitale.
Sentimenti messi al rogo
come peccato capitale
indicibile e punibile con la morte atroce
nel mondo del capitale
insensibile,
inceneritore di sogni e
sensazioni positive.
Detrattore di speranza.
Trattore macinante anime,
trebbiatrice falciante
spiriti sognanti
mondi inarrivabili.
Facce, maschere da tragedia greca
diventiamo sempre più ogni
giorno,
un bel codice a barre sul collo.
Un'etichetta pronta per ogni
evenienza ed esigenza.
Creatori di emozioni in plastica
da sostituire alle nostre più
grandi speranze.
Nuotatori in mari vorticosi,
speranzosi di arrivare in un'isola deserta
dove fare il nostro naufragio.
Un perdersi nel mondo della follia
delle emozioni "vere".
Vissute in prima persona.
Devasto venditori di sensazioni di terza mano
vendute per denaro a terzi
che non le apprezzano
e che giocano smerdando
i vani ed enormi
sforzi
delle persone per le quali lottano
ed alle quali inevitabilmente,
con un coraggio indomabile
si aggrappano.
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giovedì 15 aprile 2010
Storytelling VI
Sempre storyboard in forma di layout di una pagina di fumetto e sempre il tizio che sta in macchina ma senza dettagli stavolta. Buona guardata!
That's all FOLKS!!!
That's all FOLKS!!!
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mercoledì 14 aprile 2010
Brevi e... circoncisi?
Oggi è un giovedì di poche parole... sia di introduzione sia di poesia. Buona lettura.
That's all FOLKS!!!
Realtà
Anche i ricchi piangono:
si guardano nel portafoglio
e subito si consolano.
Bivio
Richiamate dall'insistenza
le mie orecchie
vacillano
al sentirti arrivare alle spalle.
Pallide pupille strafatte
di buon senso
rifiutano una follia
fatta di spine floreali allegre
preferendogli
un tacito consenso
verso tutto ciò
che il normale vivere
fa l'onore di concedergli.
That's all FOLKS!!!
Realtà
Anche i ricchi piangono:
si guardano nel portafoglio
e subito si consolano.
Bivio
Richiamate dall'insistenza
le mie orecchie
vacillano
al sentirti arrivare alle spalle.
Pallide pupille strafatte
di buon senso
rifiutano una follia
fatta di spine floreali allegre
preferendogli
un tacito consenso
verso tutto ciò
che il normale vivere
fa l'onore di concedergli.
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martedì 13 aprile 2010
Un mare di...
Questa è fresca fresca di mattinata. Buona lettura!
That's all FOLKS!!!
Mare nostrano
Si naviga per mari strani.
Insoliti.
Ricchi di troppe barriere coralline.
Pieni di boe fuorvianti
e di bussole che segnano
soltanto "il nord".
Sono mari ridotti a cenci neri,
scuri di un nero chimico ed oleoso.
Son distese di calma burrasca imperiosa.
Di vorticanti stretti avviluppanti
che fracassano chiglie,
distruggono alberi maestri
di vedette annuncianti
visioni di nuove terre.
Mari astuti di un dio inabissato
che raramente sale in superficie
Mari ingannatori e dondolanti.
Mari di cullanti sogni di loto soporiferi.
Son mari di porti saraceni dorati.
Mari di riflessi in laguna veneziana
raffiguranti mille San Marco della mente.
Son frastagliate superfici di cemento liquido
imprigionante navi e natanti sprovveduti.
Son cullanti sogni d'oriente di pirati fenici
creati apposta per farci perdere:
il distacco dalla Realtà-Routinaria-Moribonda
per noi bucanieri dell'asfalto
è il regalo spesso inaspettato
di questo nostro mare personale
solcato di continuo da carrozze metalliche
montate su gommate ruote volanti.
Son mari di bellezza abbacinante
che fanno male agli occhi se li si fissa intensamente.
Son mari fatti così...
un po' come uno li vuol vedere.
Trasformisti plurimutaforma liquidi
in costante evoluzione
ed in costante rinnovo!
That's all FOLKS!!!
Mare nostrano
Si naviga per mari strani.
Insoliti.
Ricchi di troppe barriere coralline.
Pieni di boe fuorvianti
e di bussole che segnano
soltanto "il nord".
Sono mari ridotti a cenci neri,
scuri di un nero chimico ed oleoso.
Son distese di calma burrasca imperiosa.
Di vorticanti stretti avviluppanti
che fracassano chiglie,
distruggono alberi maestri
di vedette annuncianti
visioni di nuove terre.
Mari astuti di un dio inabissato
che raramente sale in superficie
Mari ingannatori e dondolanti.
Mari di cullanti sogni di loto soporiferi.
Son mari di porti saraceni dorati.
Mari di riflessi in laguna veneziana
raffiguranti mille San Marco della mente.
Son frastagliate superfici di cemento liquido
imprigionante navi e natanti sprovveduti.
Son cullanti sogni d'oriente di pirati fenici
creati apposta per farci perdere:
il distacco dalla Realtà-Routinaria-Moribonda
per noi bucanieri dell'asfalto
è il regalo spesso inaspettato
di questo nostro mare personale
solcato di continuo da carrozze metalliche
montate su gommate ruote volanti.
Son mari di bellezza abbacinante
che fanno male agli occhi se li si fissa intensamente.
Son mari fatti così...
un po' come uno li vuol vedere.
Trasformisti plurimutaforma liquidi
in costante evoluzione
ed in costante rinnovo!
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lunedì 12 aprile 2010
Il breve attimo della follia
Oggi sarò doppiamente breve. Buona lettura. That's all FOLKS!!!
Arretrati
Soliti indossare
paraocchi per cavalli
subiamo un danno visivo
permanente
quando la luce distruttiva
della vita
ci inonda senza grazia
regalandoci tutto insieme
quello che più e più volte
gli abbiamo ampiamente
pagato.
Minoranza
Per fare tutto ciò
nulla è necessario
tranne il superfluo
vaneggiare
dell'impegno dei molti
rispetto alla
poca voglia
dei restanti.
Arretrati
Soliti indossare
paraocchi per cavalli
subiamo un danno visivo
permanente
quando la luce distruttiva
della vita
ci inonda senza grazia
regalandoci tutto insieme
quello che più e più volte
gli abbiamo ampiamente
pagato.
Minoranza
Per fare tutto ciò
nulla è necessario
tranne il superfluo
vaneggiare
dell'impegno dei molti
rispetto alla
poca voglia
dei restanti.
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domenica 11 aprile 2010
Senzatetto telematici e non solo
Questo lunedì iniziamo con poesia dedicata hai vinti. In tutti i sensi. Buona lettura!
That's alla FOLKS!!!
Senzatetto
Barbone telematico.
Privo di connessione potente
e a larga banda.
Raggio proteso verso l'infinito
scrutatore randagio
del divenire del tempo.
Spazio dilatato, distesa
su una coltre di fievole speranza:
sgualcita, mondata dal peccato,
svenduta giù al mercato.
Trenta denari comprano anime
da più di due millenni
ed ancora ci si meraviglia.
Sostanziale differenza tra la sostanziosa
superbia dell'essere
contrapposta alla controparte povera
dell'indigente modestia.
Solito a pensare al contrario
le mie parole contrariate
che contrariamente
finiscono per dire ed attribuire
significati che non mi sognavo neanche di
affibbiare alla benché minima
sottospecie vivente.
Mi disturba l'essere disturbato:
a livello celebrale
cerco di essere meno monumentale
anche perché non sono statuario
sia nel fisico sia nello spirito.
Odo dolci note docili
intonate da bocche senza volto.
Da piccoli individui di cartone
dai capelli ossigenati.
Sento la meschinità genitale.
M'accorgo della pessima
influenza che svolge l'intimità
che ho con la mia persona.
Onore a chi?
Ai vinti?
Ai morti?
Ai soliti perdenti?
Onore ai martiri delle guerre
e gloria eterna a chi non le ha combattute.
A chi è rimasto inerme.
A chi non ha avuto la forza di sopravvivere.
Disprezzo per le masse vuote
prive di peso specifico
che le faccia volare
leggiadre nel fango della vita sudicia
e laida.
Mortalità tendente ad infinito.
Nascite prossime allo zero!
That's alla FOLKS!!!
Senzatetto
Barbone telematico.
Privo di connessione potente
e a larga banda.
Raggio proteso verso l'infinito
scrutatore randagio
del divenire del tempo.
Spazio dilatato, distesa
su una coltre di fievole speranza:
sgualcita, mondata dal peccato,
svenduta giù al mercato.
Trenta denari comprano anime
da più di due millenni
ed ancora ci si meraviglia.
Sostanziale differenza tra la sostanziosa
superbia dell'essere
contrapposta alla controparte povera
dell'indigente modestia.
Solito a pensare al contrario
le mie parole contrariate
che contrariamente
finiscono per dire ed attribuire
significati che non mi sognavo neanche di
affibbiare alla benché minima
sottospecie vivente.
Mi disturba l'essere disturbato:
a livello celebrale
cerco di essere meno monumentale
anche perché non sono statuario
sia nel fisico sia nello spirito.
Odo dolci note docili
intonate da bocche senza volto.
Da piccoli individui di cartone
dai capelli ossigenati.
Sento la meschinità genitale.
M'accorgo della pessima
influenza che svolge l'intimità
che ho con la mia persona.
Onore a chi?
Ai vinti?
Ai morti?
Ai soliti perdenti?
Onore ai martiri delle guerre
e gloria eterna a chi non le ha combattute.
A chi è rimasto inerme.
A chi non ha avuto la forza di sopravvivere.
Disprezzo per le masse vuote
prive di peso specifico
che le faccia volare
leggiadre nel fango della vita sudicia
e laida.
Mortalità tendente ad infinito.
Nascite prossime allo zero!
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giovedì 8 aprile 2010
Alla stazione!
Oggi si parla di stazioni. Stazioni della vita. Stazione Termini. Stazioni insomma. Poi fate voi. Buona lettura.
That's all FOLKS!!!
Grandi stazioni
Solitamente vivente in questa terra
dove la morte risulta molto più che apparente
e motivata a fare tutti i giorni il suo sporco lavoro.
Avanza decisa, inospitale, indefessa
come tambureggiare continuo
di un esercito di scheletri
composti di ossa roteanti cariche
di rancore radiofonico.
Come l'incalzante incedere pesante
di passi salenti scale
eternamente eteree
della metro B a Roma.
Cadenza barcollante,
braccia, gambe disarmoniche,
odori di gomma bruciata
da tempo immemore.
Visione immediata di una giornata "uguale".
Il frenetico vociare intorno a me
di facce vuote
che a ripetizione si alternano
confondendomi
donandomi confusione articolata
che mi impedisce di articolare pensieri e voce.
Un marasma di dolori tra di loro solidali
attesta la voglia di vita
degli ostinati piccoli esseri spirituali
trascinanti carcasse carnose
fatte di materiale cedevole, ingannevole
precipitose di invecchiare
solennemente destinate al declino.
Le offese più non valgono:
restano a testimonianza
di una vita che pretende molto,
forse fin troppo
e che non sempre da in cambio
quello che uno si sforza
di seminarci sopra.
Figli di un coito spinto.
Di una minzione priva di
sali minerali assorbenti
emozioni subumane.
That's all FOLKS!!!
Grandi stazioni
Solitamente vivente in questa terra
dove la morte risulta molto più che apparente
e motivata a fare tutti i giorni il suo sporco lavoro.
Avanza decisa, inospitale, indefessa
come tambureggiare continuo
di un esercito di scheletri
composti di ossa roteanti cariche
di rancore radiofonico.
Come l'incalzante incedere pesante
di passi salenti scale
eternamente eteree
della metro B a Roma.
Cadenza barcollante,
braccia, gambe disarmoniche,
odori di gomma bruciata
da tempo immemore.
Visione immediata di una giornata "uguale".
Il frenetico vociare intorno a me
di facce vuote
che a ripetizione si alternano
confondendomi
donandomi confusione articolata
che mi impedisce di articolare pensieri e voce.
Un marasma di dolori tra di loro solidali
attesta la voglia di vita
degli ostinati piccoli esseri spirituali
trascinanti carcasse carnose
fatte di materiale cedevole, ingannevole
precipitose di invecchiare
solennemente destinate al declino.
Le offese più non valgono:
restano a testimonianza
di una vita che pretende molto,
forse fin troppo
e che non sempre da in cambio
quello che uno si sforza
di seminarci sopra.
Figli di un coito spinto.
Di una minzione priva di
sali minerali assorbenti
emozioni subumane.
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mercoledì 7 aprile 2010
Studio personaggi western
Oggi invece è il turno dei personaggi che popoleranno il nostro western. Ci sono delle cose da correggere ma per il momento questo è quanto. Buona visione.
That's all FOLKS!
That's all FOLKS!
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martedì 6 aprile 2010
Studio ambientazioni western
Oggi è il turno dello studio per le ambientazioni della storia western di fine anno. Un giorno di questo vi pubblico anche il soggetto così per chi ne ha voglia può leggersi tutta la storia per intero. Intanto eccovi i primi disegni un po' più definiti e definitivi rispetto a quelli presentati fino ad ora. Buona guardata!
That's all FOLKS!!!
That's all FOLKS!!!
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lunedì 5 aprile 2010
Esplosività!!!
Oggi siamo esplosivi e questa ci sta bene. Buona lettura!
That's all FOLKS!!!
Tnt, molotov e stupide miccette
Solidità.
Numero da bestia apocalittica.
Pigiama a strisce
su di un soffitto fatto di
umide stelle.
Indagatrici:
le tue mani che non trovano
quello che più arditamente cercano.
Pressoché fusi:
giunti quasi fino al limite
con la testa a pezzi
e le occhiaie cadenti, radenti
il dolce arco delle tue
tumide labbra.
Rasoi
falcianti giugulari
danzano come pericolosi
giullari
disegnando burlesche
sui volti di noi "diseredati".
Affranti:
schiacciati dentro frantoi
dai quali escono
colando in macabra maniera
i nostri fluidi corporei
destinati ad esser olio
lubrificante
per macchine belliche
cariche d'odio.
Metallico è il suono
dei miei chiodi
conficcati nelle tempie.
Lancinanti le fitte
causate.
Portatrici di nuovi poteri
considerati dai più pericolosi.
Il punto messo a conclusione
di un poema
vale il tutto che non sono
riuscito a darvi.
Quel tutto che molto spesso
ma non sempre
resta fisso nella mente
attanagliandola.
Rendendola bomba ad orologeria
prossima all'imminente
e deflagrante
esplosione!
That's all FOLKS!!!
Tnt, molotov e stupide miccette
Solidità.
Numero da bestia apocalittica.
Pigiama a strisce
su di un soffitto fatto di
umide stelle.
Indagatrici:
le tue mani che non trovano
quello che più arditamente cercano.
Pressoché fusi:
giunti quasi fino al limite
con la testa a pezzi
e le occhiaie cadenti, radenti
il dolce arco delle tue
tumide labbra.
Rasoi
falcianti giugulari
danzano come pericolosi
giullari
disegnando burlesche
sui volti di noi "diseredati".
Affranti:
schiacciati dentro frantoi
dai quali escono
colando in macabra maniera
i nostri fluidi corporei
destinati ad esser olio
lubrificante
per macchine belliche
cariche d'odio.
Metallico è il suono
dei miei chiodi
conficcati nelle tempie.
Lancinanti le fitte
causate.
Portatrici di nuovi poteri
considerati dai più pericolosi.
Il punto messo a conclusione
di un poema
vale il tutto che non sono
riuscito a darvi.
Quel tutto che molto spesso
ma non sempre
resta fisso nella mente
attanagliandola.
Rendendola bomba ad orologeria
prossima all'imminente
e deflagrante
esplosione!
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giovedì 1 aprile 2010
Storytelling V
Un paio di tavole al volo fatte a penna, colorate con ecoline nera e rifinite col pennarello di un tipo che entra in macchina, si accorge di essere inseguito, ci da giù di accelleratore e sterso e riesce a sfuggire al suo inseguitore. Semplice ma è così :P Buona guardata e Buona Pasqua a tutti!
That's all FOLKS!!!
That's all FOLKS!!!
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